Vivere da cristiani nel cambiamento d’epoca

Omelia nella Dedicazione del nuovo altare della chiesa parrocchiale San Filippo Neri - Cecchina di Albano Laziale
21-03-2021
  1. «Signore, vogliamo vedere Gesù» (Gv 12,21). Questa richiesta, fatta all’apostolo Filippo da alcuni Greci che si erano recati a Gerusalemme per il pellegrinaggio pasquale, l’abbiamo appena ascoltata dal racconto del Vangelo. È una domanda che spesso, talvolta esplicitamente ma più frequentemente in forma non consapevole, tanta gente rivolge a noi cristiani. Non ci viene chiesto anzitutto di parlare di Gesù, ma soprattutto di farlo vedere con la testimonianza della nostra vita, con le nostre scelte quotidiane, con il nostro comportamento. È, dunque, bene che la stessa domanda la facciamo riecheggiare nelle nostre orecchie, perché passi nel nostro cuore e diventi impegno della nostra volontà.

Il nostro compito, infatti, è proprio questo: riflettere la luce di Cristo. È la vocazione e missione della Chiesa! Il Concilio ce lo ha ricordato: «illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa» (Lumen gentium, n. 1). Ce lo ricorderà fra poco anche la liturgia che stiamo celebrando. Quando, al termine del rito della Dedicazione, il nuovo altare sarà adornato e saranno anche disposti i candelieri, io consegnerò al vostro parroco una candela accesa e dirò: «La luce di Cristo rifulga su questo altare e siano luce del mondo i commensali alla cena del Signore».

Le ragioni che oggi ci hanno condotti a stare insieme sono state ricordate all’inizio della Santa Messa: l’ottantesimo anniversario dell’istituzione di questa parrocchia, anzitutto. In questa circostanza, proprio per collegarmi ai suoi inizi vorrei richiamare la figura di san Paolo VI, che ai «padri artigianelli» fu particolarmente affezionato. Insieme con lui desidero ricordare il p. Giuseppe Zane, nel secondo anniversario della sua morte. Egli, oltre ad essere stato parroco di questa comunità, è stato per tanti anni uno stretto, fedele e prezioso collaboratore mio e dei miei immediati predecessori. Il Signore gli conceda «di esultare per sempre nella gloria del cielo» (dalla Liturgia).

Ringrazio pure il sig. Sindaco di Albano Laziale e, con lui, le autorità civili, militari e di polizia municipale che lo accompagnano. La loro presenza ci ricorda che come Chiesa noi non siamo una comunità privata, ma una realtà pubblica e questo è per noi un richiamo ai nostri doveri: siamo sotto gli occhi di tutti ed è dunque giusto che tutti esigano da noi una seria testimonianza di vita cristiana, un impegno per il bene comune.