Un ministero non ipocrita

Omelia nell’ordinazione al diaconato di Nicola Garuccio - Abbazia Nostra Signora del Santissimo Sacramento, Marino-Frattocchie
28-08-2021
  1. «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro» (Mc 7,15). È su questa parola del Signore che oggi vogliamo riflettere. Essa ci rimanda a un rapporto: esteriore e interiore, che nella nostra realtà umana potrebbe anche essere la relazione tra corpo e animo, tra vita fisica e vita spirituale, tra ciò che appare all’esterno e quanto si realizza nel cuore … un rapporto che dovrebbe essere coordinato e armonico e che spesso, invece, è di opposizione, di antagonismo, disaccordo. Il racconto stesso vangelo ci presenta uno scenario contrapposto: da una parte si parla di bicchieri, stoviglie, oggetti di rame ecc., da lavare, pulire; dall’altra c’è semplicemente il «cuore», che nel linguaggio della Bibbia è ciò che Dio guarda (cf. 1Sam 16,7), il luogo dove lo si ascolta, dove si è a tu per tu con Lui. Il «cuore», tuttavia, è pure la possibilità nostra di essere talmente resistenti e duri, che neppure Dio riesce a penetrarvi ed è la sklerokardìa, di cui leggiamo pure nei vangeli.

In Maria, però, «cuore» è anche lo spazio dove «custodire» l’opera di Dio. Maria la «custodisce» al punto da sperimentare in sé ciò che la Lettera agli Ebrei dice della sua Parola: «è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (4,12). La Vergine raffigurata col cuore trafitto dalla spada non è soltanto quella che la tradizione cristiana ci presenta come «Addolorata», ma è tutta Maria. È la Donna il cui cuore non era indurito, ma tenero e pronto farsi raggiungere dalla Parola di Dio.