Se vedi la Carità, vedi la Trinità

Omelia per l’Iniziazione Cristiana degli adulti
06-06-2020

1. «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Amare e credere sono i due verbi che abbiamo appena ascoltato nell’annuncio del vangelo. Amare: è questo che il Padre fa per noi. Non è un’azione puntuale, ma un agire ricco di una interiore dinamica che si conclude solo quando ha raggiunto il suo effetto, ossia il dono del Figlio suo al mondo. Il rapporto di Dio col mondo noi credenti lo riconosciamo presente fin dall’inizio, nell’opera della creazione.
La Bibbia ce la descrive nelle prime pagine e il Catechismo di san Pio X lo spiegava, questo rapporto Dio-mondo, in termini di onnipotenza: Dio può tutto ed è così che «ha creato il cielo, la terra e tutte le cose che nel cielo e nella terra si contengono, cioè l’universo mondo» (Catechismo Maggiore, I, 1, 22). L’opera della creazione è anche opera di armonia e di bellezza e rileggendo il racconto biblico vediamo quanto essa sia davvero un’opera d’arte. È di una bellezza e bontà tali, che sciuparla, rovinarla, deturparla, la creazione, è un vero peccato (cf. Francesco, Lett. enc. Laudato si’, n. 8).
La creazione, però, è soprattutto opera d’amore: un amore che dona (perché questa è la prima proprietà dell’amore: chi ama dona!) e che si completa fino a quando il Padre non giunge al dono del Figlio. Silvano dell’Athos, un monaco dei nostri tempi che la Chiesa d’Oriente venera come santo, scriveva: «Dove trovi un padre che muoia sulla croce per le colpe dei figli? Di solito un padre si affligge e si addolora per un figlio che deve essere punito per i suoi delitti, ma per quanto sia addolorato, gli dirà comunque: “Non hai agito bene, e giustamente sei punito per le tue azioni cattive”. Il Signore non ci dirà mai qualcosa del genere. Dirà anche a noi come all’apostolo Pietro: “Mi ami?”, così anche in paradiso chiederà a tutti gli uomini: “Mi amate?”. E tutti risponderanno: “Sì, Signore, ti amiamo. Ci hai salvato per mezzo delle tue sofferenze sulla croce e adesso ci hai donato il regno dei cieli”» (Nostalgia di Dio, Qiqajon-Bose, Magnano 2011, 146).