Ricordando l’Arcivescovo C. F. Ruppi

Intervento in occasione della deposizione delle spoglie dell'Arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi nella Cattedrale di Lecce
30-12-2019

Essere deposto nella Cattedrale dopo la sua morte era un personale desiderio dell’arcivescovo C. F. Ruppi. Conservare le spoglie di un Vescovo nella Cattedrale della Chiesa che ha guidato è, d’altra parte, un’antica usanza. Ancora oggi il Cerimoniale dei Vescovi prescrive: «Il corpo del vescovo diocesano defunto sia seppellito in chiesa, che di norma sia la chiesa cattedrale della sua diocesi. Il vescovo che ha rinunciato alla sede, sia seppellito nella chiesa cattedrale della sua ultima sede, a meno che egli non abbia predisposto diversamente» (n. 1164). È una disposizione significativa. Il 9 gennaio 2004, celebrandosi nella Chiesa di Oria (di cui in quell’anno ero ancora vescovo) l’anniversario della Cattedrale, al termine della Messa benedissi gli ambienti che nell’ipogeo antistante l’altare maggiore avevo fatto disporre per accogliere i resti mortali dei vescovi diocesani. Quella sera ve ne furono deposti tre, per i quali io stesso avevo dettato l’epigrafe. Uno di loro – il vescovo Teodosio M. Gargiulo (†1902) – era nativo di questa città di Lecce ed era stato ordinato vescovo in Roma dal cardinale L. M. Parocchi, all’epoca vescovo di Albano! In quell’occasione conclusi l’omelia con parole che penso di poter adesso ripetere e attualizzare: «Riposino in pace, con tutti gli altri pastori defunti di questa Chiesa … Riposino in pace, ossia in gremio Ecclesiae, secondo il significato antico di quest’abituale espressione, che ci rimanda al mistero della Ecclesia mater». Per questo è significativo, come dicevo, che, expectans beata spem (cf. Tt 2,13), un Vescovo riposi nella sua Cattedrale. Lo è per lui, a motivo del singolare vincolo di successione apostolica che lo ha congiunto a quella Sede; lo è per i fedeli, così esortati: «Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio» (Ebr 13,7). Sono, perciò, grato all’arcivescovo M. Seccia per avermi invitato in questa circostanza a ricordare questi valori esprimendo un ricordo dell’arcivescovo C. F. Ruppi.