Omelia per l’inizio del Servizio Episcopale in Oria

10-10-1998

OMELIA

per l'inizio del servizio episcopale in Oria

 

1. “”Mi ami tu più di costoro?””. Stupefacente questa domanda, che ora abbiamo ascoltato dalle tue labbra, o Gesù! Quante volte essa è scaturita dal cuore dell'uomo, come bisogno, a momenti più quieto e, più spesso, dolorante e tormentato: mi ami? Sulle rive del mare di Tiberiade, fu Pietro ad udirla da Te, Signore, rimanendone turbato e commosso. Oggi l'ascolto anch'io dal tuo Vangelo, nel momento in cui, attraverso il mandato del suo Successore, mi è affidata la cura di un'eletta porzione del tuo gregge. Non m'interroghi prima se io amo questi tuoi agnelli e queste tue pecorelle, ma, piuttosto, se amo Te, l'unico Pastore. Prima di affidarmeli, infatti, t'aspetti da me un'esplicita ed esclusiva dichiarazione d'amore: Si diligis me, pasce oves meas! Se mi ami, pasci le mie pecore.

Mi rivolgo, dunque a Te, Cristo, indefettibile speranza nostra, con le medesime parole che il servo di Dio Paolo VI usò trentacinque anni or sono, inaugurando il secondo periodo conciliare, in un 29 settembre, come quando ho ricevuto la mia ordinazione episcopale. Anch'io ti dico: Tu sei il Signore, il Verbo Incarnato, il Figlio di Dio e il Figlio dell'uomo, il Redentore del mondo, cioè la speranza dell'uomo e il suo solo Maestro. Tu, pastore e pane di vita, salvatore della terra e re venturo del secolo eterno. Te Christe, solum novimus, ti canta la Chiesa. Te, Cristo, io voglio unicamente amare!

 
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