L’odore del pane. Omelia per la messa crismale, 17 aprile 2014

17-04-2014

Se c'è un titolo che mi piace scegliere per la Messa Crismale che, anche in questo anno 2014, il Signore ci dona la grazia di celebrare, è quello di liturgia dei profumi. Lo dissi anche l'anno scorso, in questa medesima celebrazione. L'immediato riferimento ' è chiaro ' è soprattutto al Santo Crisma, ch'è olio misto a profumi e sostanze odorose (aromatis et olei commixtio). Sullo sfondo, però, c'è sempre l'idea, ricorrente nei padri della Chiesa, che è Cristo il dono profumato del Padre all'umanità. Egli ci attrae con la sua fragranza per introdurci nella vita divina. E noi, a nostra volta, come la Liturgia stessa ci esorta, dobbiamo diffondere nel mondo, il buon profumo del Cristo (cf. Oraz. dopo comun.; 2Cor 2,15).

Fra tutti e cinque i nostri sensi, l'olfatto è, forse, il più antico; magari anche il più volgare e animale, ma pure il più spirituale; quello che più degli altri determina la nostra vicinanza, o provoca il nostro allontanarci dalle persone e dalle cose. Un odore piacevole c'invoglia ad avvicinarci, ci attrae, può sedurci addirittura; un odore sgradevole, al contrario, c'induce immediatamente ad allontanarci. Il profumo ci penetra e rimane indelebile nella memoria.

Quanti odori ci sono, nella nostra memoria! Fra questi, di sicuro il profumo del pane appena sfornato. «I due odori più buoni e più santi son quelli del pane caldo e della terra bagnata dalla pioggia», è stato detto (A. Soffici, Tacquino di Arno Borghi, Vallecchi, Firenze 19422, p. 12). Ai nostri giorni, non è più comune l'esperienza del pane preparato in casa. Una vera e propria liturgia: l'attenzione nel preparare gli ingredienti, la fatica e il sudore dell'impasto, l'attesa per la sua misteriosa lievitazione, la cura nel dare la forma, le incisioni simboliche sulla sua superficie, spesso un segno di croce, la cottura fino a quando la crosta non è indorata. Sant'Agostino ' lo sappiamo bene e io stesso l'ho ripetuto molte volte - se n'è ricordato, di questo processo, per descrivere quello dell'Iniziazione cristiana: «siete venuti all'acqua e siete stati impastati e siete diventati una cosa sola. Con il sopraggiungere del fuoco dello Spirito Santo siete stati cotti e siete diventati pane del Signore» (Sermo 229, 1). Ed è con la cottura, che si sparge il profumo.

Il profumo del pane! Esso ' come gli altri profumi - raggiunge non soltanto le nostre narici, ma entra nel nostro corpo. S'insinua dalla pelle, tocca il nostro cuore, lo rallegra e vi rimane. Vi rimane. I ricordi del profumo del pane di casa, coi ricordi dei volti amati ed amanti e dei luoghi più cari; con le memorie dell'infanzia, con le storie delle nostre amicizie più consolidate e più vere, le reminiscenze delle ore più intensamente vissute ... C'è, nel pane, qualcosa del nostro stesso mistero. Anche quando siamo nello sconforto, «tutti i guai si possono sopportare, se il pane non manca»: così diceva Sancio Pancia rivolto al suo malandato asino, quando l'uno e l'altro erano precipitati nel fondo di un burrone (M. De Cervantes, La storia di Don Chisciotte della Mancha, libro II, cap. 55).

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