Fare nostra la testimonianza degli Apostoli

Omelia nella solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo - Concattedrale di San Giuseppe, Sofia (Bulgaria)
29-06-2021
  1. Celebrando la festa dei santi Apostoli Pietro e Paolo, vogliamo anzitutto elevare al Signore la nostra preghiera per la Santa Chiesa diffusa su tutta la terra e, in modo particolare, per i discepoli del Signore che dimorano in questa terra di Bulgaria e in questa Città.

Il Vangelo che abbiamo ricevuto mediante la predicazione apostolica, lo sappiamo, è destinato al mondo intero. È questo il mandato che il Signore ha affidato ai suoi discepoli: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16, 15). Come pure ci ha appena ricordato la Chiesa nella preghiera colletta di questa solennità, dagli Apostoli Pietro e Paolo abbiamo ricevuto il primo annuncio della fede. Potremmo, allora, cominciare col ricordo della loro figura e di quello che nel Nuovo Testamento leggiamo di loro.

Parleremo, dunque, anzitutto di Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea, il pescatore di Galilea al quale, chiamandolo, Gesù diede il nome nuovo di Cefa, che significa Pietro. Ricorderemo, quindi, la sua missione, simboleggiata dalle figure del pescatore, cui il Signore dice: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini» (Lc 5,10), e del pastore al quale il Risorto domanda l’amore, come condizione per pascere le sue pecore (cf. Gv 21, 15, ss.). Dopo ciò potremmo anche ricordare che Pietro fu un uomo umile e docile (si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendogli: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore» [Lc 5,8] e nel cenacolo si riconobbe bisognoso di essere lavato dal capo ai piedi [cf Gv 13,9]) ed aggiungere che fu anche debole e pauroso quando rinnegò il suo Maestro (cf. Lc 22,62: «uscito fuori, pianse amaramente»), ma anche pieno d’entusiasmo e di fervore, di fede e di amore.

Egli fu a capo della nascente comunità cristiana ed esercita ancora oggi la sua funzione nella persona di chi gli succede sulla Cattedra di Roma. E questo ci offre subito l’occasione di andare con il nostro pensiero al Papa Francesco e innalzare al Signore la nostra preghiera per lui con le antiche e tradizionali parole, ispirate dal Salmo 40,3: Il Signore vegli su di lui, lo faccia vivere beato sulla terra e non lo abbandoni in preda ai nemici!