Consigli, parrocchie e territorio

Introduzione alla riunione del Consiglio pastorale diocesano
05-05-2018

Durante lo scorso mese di aprile, nei vicariati territoriali della Diocesi e nei luoghi le date previsti, ho incontrato i rappresentanti dei Consigli Parrocchiali e ascoltato le sintesi delle riflessioni svolte nelle varie comunità parrocchiali avendo come traccia la scheda di lavoro messa a punto dal Vicario episcopale per il coordinamento della pastorale, mons. G. Isacchi. Di tutto cuore ringrazio lui e quanti gli hanno collaborato per la fruttuosità di questa comune riflessione.

Quel sussidio proponeva anche lo studio di alcuni testi utili per l’approfondimento; fra questi, oltre agli Atti dei convegni pastorali diocesani 2016 e 2017, anche il mio documento su I consigli parrocchiali in una Chiesa sinodale (2017). Con quei riferimenti, ai Consigli pastorali erano poste in particolare alcune domande. Dalle risposte è stato possibile individuare alcuni punti specifici. Ciascuno di voi ha il testo di quelle relazioni e anche voi ne trarrete informazioni utili su cui rifletterete nei gruppi di studio che fra poco seguiranno.

Quanto a me, l’ascolto di quei resoconti ha provocato ogni volta delle re-azioni, che ho subito comunicato quale mia prima accoglienza delle suggestioni avanzate; ho pure avuto l’opportunità di raccogliere alcune domande, precisare e richiamare alcuni punti, a mio avviso imprescindibili.

In questa sede ne sottolineo tre in particolare che comunico subito quale personale contributo all’ordine del giorno di questa sessione ordinaria del Consiglio Pastorale Diocesano e siano così d’introduzione a nostri lavori. Si tratta delle seguenti questioni:

  1. l’autocoscienza, anzitutto, che i Consigli mostrano circa la propria identità e missione nella vita comunitaria della parrocchia e la constatazione di una più matura consapevolezza della loro collocazione nel contesto di una «pastorale integrata e generativa»;
  2. la volontà, poi, di rivolgere una particolare attenzione ai giovani, in questo particolarmente sollecitati prospettiva della celebrazione di un sinodo dei vescovi annunciato per il prossimo ottobre 2018 (XV Assemblea generale ordinaria sul tema: i giovani, la fede e il discernimento vocazionale);
  3. l’attenzione al territorio, infine, percepita come momento che qualifica la riflessione di un consiglio parrocchiale.

Dalle mie considerazioni terrò fuori il riferimento alla pastorale giovanile, poiché avremo modo di tornarci anche durante i lavori dell’ormai prossimo Convegno pastorale diocesano, che si terrà fra un mese esatto sul tema «Tra il dire e il fare: un discernimento incarnato e inclusivo». Sarà, tuttavia, importante considerare la «questione giovani» al di là della contingenza sinodale e perciò riflettervi domandandoci soprattutto come e in che cosa essa interpella la nostra pastorale. Trovo, al riguardo, una prima risposta fra le righe del Documento preparatorio: «uscire dai propri schemi preconfezionati» e dal «comodo criterio pastorale del “si è sempre fatto così”» per «essere audaci e creativi [nel] compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità» (II, 1; cfr. Evangelii gaudium, 33).