Con la purezza, le altre virtù cristiane

Omelia nella festa di S. Maria Goretti vergine e martire, patrona secondaria della Diocesi
06-07-2019
  1. «Beato l’uomo che resiste alla tentazione perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promesso a quelli che lo amano». Con questa «beatitudine» tratta dalla lettera di san Giacomo (1,12) ci siamo disposti all’ascolto del santo Vangelo. Chiediamoci, allora: cos’è questa corona? Nella memoria della nostra santa Maria Goretti, oltretutto, la liturgia della Chiesa parla di corona della verginità e del martirio. Cosa sono, allora, queste «corone»?

Nel linguaggio della Bibbia ereditato dalla liturgia, essa è segno di gioia e, soprattutto, di vittoria, come a conclusione di una gara ed è così che nel Nuovo Testamento sono pure menzionate altre «corone»: della giustizia (cf. 2Tim 4,8), una corona che dura per sempre (cf. 2Cor 9,25) … Non si tratta, dunque, di titoli di nobiltà, ma di nomi che segnalano una vita. La «corona» incorona una vita ed è appunto alla «vita» che noi dobbiamo guardare.

Preparandomi a questa Messa ho voluto rileggere il discorso che Pio XII fece nel pomeriggio del 24 giugno 1950 in occasione della canonizzazione della nostra Marietta. Fu un rito davvero solenne ed unico, fino a quel momento. La cronaca de L’Osservatore Romano annota che, insieme col cardinale-vescovo Giuseppe Pizzardo, giunti dalla diocesi suburbicaria di Albano e guidati dal vescovo suffraganeo Raffaele Macario, erano presenti tremila pellegrini.