Lettera al clero diocesano, 20 agosto 2012

        

            Carissimi fratelli sacerdoti,

                                   raggiungendovi con questa mia lettera nel caldo del mese di agosto, desidero trasmettervi anzitutto la benedizione del Santo Padre, che ho incontrato il giorno 15 e col quale ho concelebrato ' come sapete ' la Santa Messa nella solennità dell'Assunta. Egli mi ha chiesto, come già le altre volte, notizie della Diocesi, dei Sacerdoti e delle vocazioni al sacerdozio. In particolare, poi, desidero sottoporre alla comune attenzione quanto egli ha detto durante l'Omelia mariana, distogliendosi, in quel momento, dal testo scritto che aveva tra le mani. Il Papa ha citato ciò che San Gregorio Magno diceva di San Benedetto il cui cuore, sollevato in Dio, era divenuto così grande che tutto il creato poteva entrare in questo cuore (cfr Vita S. Benedicti, cap. XXXV: PL 66, 200). Spiegava: «In Dio c'è spazio per l'uomo, e Dio è vicino, e Maria, unita a Dio, è vicinissima, ha il cuore largo come il cuore di Dio. Ma c'è anche l'altro aspetto: non solo in Dio c'è spazio per l'uomo; nell'uomo c'è spazio per Dio' In noi c'è spazio per Dio e questa presenza di Dio in noi, così importante per illuminare il mondo nella sua tristezza, nei suoi problemi, questa presenza si realizza nella fede: nella fede apriamo le porte del nostro essere così che Dio entri in noi, così che Dio può essere la forza che dà vita e cammino al nostro essere' Aprendoci a Dio, non perdiamo niente. Al contrario: la nostra vita diventa ricca e grande».

 

 

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20-08-2012