In cerca dei fratelli

I Lettera Pastorale alla Chiesa di Albano

CARISSIMI MIEI FRATELLI E SORELLE,

1. A distanza di un anno dalla mia venuta nella Chiesa di Albano, desidero raggiungervi con questa mia Lettera per dirvi anzitutto che sono contento d'avervi incontrato, di stare con voi e di lavorare per voi nella vigna del Signore. A conclusione del nostro Convegno Ecclesiale, il 28 settembre scorso, ho espresso la mia lode al Signore e la gratitudine verso i Vescovi miei predecessori per avermi consegnato una Chiesa bella come Rachele e feconda come Lia, le spose del patriarca Giacobbe; una Chiesa antica e giovane, come i santi martiri suoi protettori: san Senatore, san Pancrazio, santa Maria Goretti. Tutti martiri, tutti giovani!

Tornano alla mente alcune tra le tante parole, così care alla nostra memoria, rivolte dal papa Giovanni Paolo II alla nostra Diocesi:

la via Appia, che attraversa il vostro territorio, è stata percorsa dai santi apostoli Pietro e Paolo e la fede da essi predicata è stata confessata con il sangue dai vostri martiri, i santi patroni Pancrazio, Senatore e compagni. Dalla linfa di queste radici apostoliche e dal sangue dei martiri si è sviluppata la genuina fede cristiana, che è giunta fino alle presenti generazioni con testimonianze fulgide quali il martirio di santa Maria Goretti.

Discorso alla Diocesi di Albano, 27 agosto 2000

Siamo già nella prospettiva della festa del Natale, in cui celebriamo la venuta in mezzo a noi del Figlio, che il Padre ci ha mandato. Questo, difatti, sarà il 'nostro' Natale, se accoglieremo il Figlio che ci è donato, che è mandato a noi: Puer natus est nobis, Filius datus est nobis (Is 9,5).

Questo mistero, miei carissimi, si ripete nella storia, perché il Padre non soltanto ci ha mandato il suo Figlio, ma sempre invia ciascuno di noi, suo figli, perché stia con i fratelli. Ognuno di noi è un figlio che il Padre ha mandato a un fratello, ad una sorella, ad una comunità di fratelli.

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27-11-2005