UNA PREGHIERA SEMPRE POSSIBILE
Lettera sul Rosario
Il Papa, voi lo sapete già fratelli e figli carissimi, con la sua lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae ci ha come riconsegnato il Rosario, offrendocelo quale preghiera contemplativa. ‘Senza contemplazione – aveva già scritto Paolo VI – il Rosario è corpo senz’anima’. Giovanni Paolo II spiega che esso è ‘uno dei percorsi tradizionali della preghiera cristiana applicata alla contemplazione del volto di Cristo’. Il Rosario appartiene da secoli alla nostra tradizione spirituale. A noi esso è ancora più caro perché legato alla santa memoria del beato Bartolo Longo. Nativo della nostra Latiano e fondatore della ‘nuova Pompei’, egli ne fu il grande apostolo. Ed ecco che, quasi amplificando l’insegnamento del Papa e in coincidenza con il pellegrinaggio diocesano al Santuario di Pompei, vi affido alcuni brevi pensieri sul metodo proprio del Rosario, piccola semplice preghiera basata su di una ripetizione alimentata di continuo dal desiderio della sempre più piena conformazione a Cristo. Nella preghiera del Rosario ci sono enormi ricchezze: l’evocazione dei misteri di Cristo, la preghiera del Padre nostro, la recita dell’Ave Maria, la lode alla Trinità… Di fronte a queste autentiche perle, il ripetere per dieci, venti volte… sempre le stesse parole è certo l’elemento più povero, si direbbe la sezione meno intelligente del Rosario, perché la più meccanica. Eppure c’è una ricchezza spirituale ‘ e non solo ‘ anche in questo perché la ripetizione è parte integrante della nostra vita, la struttura ed anzi nei suoi momenti più belli è ciò che vorremmo per sempre.
…