15/11/2024 – La sede della Asl Roma 6 in Borgo Garibaldi, ad Albano Laziale, ha ospitato venerdì 15 novembre la presentazione del primo corso base per il volontariato socio sanitario, a cura dell’associazione Nuova Oari, in collaborazione con l’ufficio diocesano per la Pastorale della Salute, diretto da don Michael Romero, e la Asl Roma 6.
Il corso, che vedrà quattro lezioni in presenza tra novembre e dicembre e altre lezioni online, mira a formare i volontari in modo che sappiano approcciarsi all’ambiente sanitario con competenza e responsabilità e sappiano offrire ai malati vicinanza ed empatia, secondo il modello di umanizzazione delle cure, sempre più necessario nei luoghi di cura.
Alla presentazione dell’iniziativa, moderata da Maura Ianni, docente di Psicologia dell’Università Tor Vergata, hanno preso parte il vescovo di Albano, Vincenzo Viva, il Commissario straordinario della Asl Roma 6 Francesco Marchitelli, il direttore sanitario della Asl Roma 6, Vincenzo Carlo La Regina, il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della Salute, don Michael Romero e il presidente dell’associazione Nuova OARI, Cosimo De Rinaldis. Presenti in sala anche l’assistente ecclesiastico della Nuova Oari, don Marcello Spada, il direttore dell’Uoc Sviluppo organizzativo e rischio clinico dell’Ospedale dei Castelli, Maurizio Ferrante e il direttore sanitario del distretto H6 della Asl Roma 6, Giacomo Menghini.
«Nelle nostre strutture sanitarie – ha detto il vescovo Viva – abbiamo delle eccellenze, degli ospedali che lavorano molto bene, dei medici e del personale infermieristico che si dedicano con passione alla cura dei pazienti. Tuttavia, questo aspetto tecnico, medico, professionale da solo non è sufficiente. C’è bisogno anche di un supplemento di umanità, di “umanizzazione” di questi luoghi, che sono sì luoghi di lavoro, ma anche di cura. E la presenza di un volontario che crea un ponte: un ponte tra il paziente e la famiglia e tra la famiglia e il personale sanitario. La dottrina sociale della Chiesa ci insegna che dietro ogni ammalato, dietro ogni cartella clinica, c’è sempre una persona che viene curata non solo per una patologia, ma che va vista e considerata olisticamente, cioè con uno sguardo unitario su di essa, nel corpo e nello spirito».
E sull’umanizzazione delle cure si sono soffermati anche il Commissario straordinario e il direttore sanitario della Asl Roma 6 che hanno fatto di questo approccio un tema prioritario dell’impegno aziendale: «Noi – ha detto il Commissario Francesco Marchitelli – vogliamo essere semplicemente persone che fanno cose per le persone e vogliamo esserci per le persone. Proprio il vescovo Viva una volta disse una frase che mi rimase scolpita nel cuore: non vi sono malattie incurabili, vi sono malattie inguaribili, ma non incurabili. Di incurabile non c’è niente se, in quanto e fino a quando noi avremo la volontà di esserci per le persone». Per il direttore sanitario Vincenzo La Regina: «Quando iniziammo questo percorso culturale di umanizzazione delle cure, che non è stato subito bene accetto, abbiamo avuto coraggio e abbiamo visto che occorre sposare due verbi: pensare e agire, perché spesso si ferma al pensare. Abbiamo bisogno di una nuova idea di salute: efficienza, efficacia ed economicità non bastano più. Abbiamo bisogno di una speranza nuova e finalmente adesso anche in altre parti d’Italia si comincia a percepire che c’è bisogno di un salto di qualità, nell’idea nuova di salute. E la presenza dei volontari ci aiuta nel portare avanti un nuovo umanesimo della salute».
Il corso di formazione si incentrerà su quattro aree tematiche – spirituale, psicologica, giuridica e sanitaria – e ha già rappresentato un esempio di dialogo e collaborazione tra istituzioni e realtà differenti: l’ufficio diocesano per la Pastorale della Salute, la Asl e l’associazione Nuova Oari. «Per me – ha detto don Michael Romero, direttore dell’ufficio per la Pastorale della Salute – oggi è quasi un sogno che si avvera: da anni avrei voluto avviare un percorso e ora lo possiamo fare con realtà che condividono la stessa passione per la cura delle persone che soffrono e lo stesso obiettivo di umanizzazione delle cure. E con le persone che ho incontrato, nella Asl e nella Nuova Oari, ho capito che questo progetto era finalmente realizzabile».
«Come associazione, sull’esempio del fondatore don Giacomo Luzietti – ha detto il presidente di Nuova Oari, Cosimo De Rinaldis – ci impegniamo nella somministrazione di cammini formativi rivolti a stimolare le comunità, per formare volontari con competenze specifiche. Il volontariato non si improvvisa, ma deve essere organizzato, riconosciuto e formato, e basarsi su competenza e responsabilità».
Al termine della presentazione si è svolta la prima lezione in presenza del corso: i prossimi appuntamenti saranno il 23 e 30 novembre e il 14 dicembre, presso l’ospedale dei Castelli di Ariccia.