In tutte le Chiese cristiane risuona l’annuncio della Pasqua: Cristo è risorto! La tradizione orientale attende la risposta: È veramente risorto. Per noi l’espressione della gioia pasquale è tutta condensata nel canto dell’Alleluia. Tradotta in lingua italiana l’espressione ebraica vuol dire: lodate il Signore. Sant’Agostino esortava a farlo senza stonature; ossia a lodare il Signore avendo la lingua intonata con la coscienza, cioè con la vita. Proprio di questo canto diceva: canta e cammina (Sermone 256). Ed allora, dov’è possibile sperimentare la presenza del Signore risorto? Solo nelle nostre chiese, dov’è cantato l’Exsultet pasquale? Una nota sequenza liturgica rivolge a Maria di Magdala questa domanda: Raccontaci, Maria, che hai visto sulla via? Ed ella risponde: la tomba del Cristo vivente, la gloria del risorto. L’evangelista Luca ci racconta di due discepoli che andavano verso Emmaus e che lì Gesù si fece riconoscere da loro; tornati poi a Gerusalemme, narrarono agli Undici «ciò che era accaduto lungo la via» (24, 35).
La strada, dunque. Anch’essa è luogo adatto per l’incontro con Cristo. Lo pensavo, mentre leggevo il documento finale scritto dai giovani della riunione pre-sinodale che si è svolta a Roma dal 19 al 24 marzo 2018. Vi leggiamo fra l’altro: «Auspichiamo che la Chiesa ci venga incontro nei diversi luoghi in cui è poco o per niente presente. In particolar modo, il luogo in cui speriamo di essere incontrati dalla Chiesa sono le strade, dove si trovano persone di tutti i tipi. La Chiesa dovrebbe provare a sviluppare creativamente nuove strade per andare ad incontrare le persone esattamente là dove stanno, nei luoghi a loro consoni e dove comunemente socializzano …» (n. 13).
È forse il caso di tornare ad elaborare il tema della «strada»: non più solo metafora della vita, oppure luogo di distrazione, se non addirittura di perdizione, ma anche luogo di evangelizzazione. Perché cominciasse l’evangelizzazione, un angelo del Signore disse a Filippo: «Alzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta» (Atti 8, 26). Strano modo d’evangelizzare sulle strade. Benché deserte, ma finché s’incontrerà qualcuno.
Marcello Semeraro