03/12/2023 – La speranza che illumina il presente e colora il futuro. La speranza che non è illusione, ma portatrice di coraggio. La speranza come orizzonte di una vita giovane, sostenuta dalla tensione verso il Signore. Con un pomeriggio di incontro, festa e preghiera, sabato 25 novembre oltre 400 giovani dai 16 ai 35 anni della Chiesa di Albano si sono ritrovati presso il parco acquatico di Zoomarine, a Torvaianica, per celebrare a livello diocesano la Giornata mondiale della gioventù, sul tema “Siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Rm 12,12), su invito del Servizio diocesano per la Pastorale giovanile, diretto da don Valerio Messina.
Dopo aver assistito a uno spettacolo dei pappagalli di Zoomarine e ascoltato la testimonianza di don Mattia Ferrari, giovane sacerdote dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, cappellano di Mediterranea Saving Humans, i giovani hanno accolto l’intervento del vescovo di Albano, Vincenzo Viva. «Ci incontriamo qui – ha detto Viva ai giovani – come membri di una famiglia più grande della nostra parrocchia e delle nostre associazioni. La famiglia della nostra diocesi. È importante che impariamo a cogliere anche queste occasioni che ci educano ad andare oltre i nostri piccoli confini e recinti. Ci ricordano che la Chiesa è un campo più vasto di quello che noi conosciamo a volte all’interno della nostra parrocchia, del nostro gruppo».
Quindi, il vescovo ha ripreso l’invito del Papa per questa Gmg, inserita nel cammino verso il Giubileo, a riflettere sulla speranza: «La speranza – ha aggiunto Viva – non è qualcosa, ma è anzitutto qualcuno: è Gesù stesso. E nella tradizione cristiana la speranza viene indicata come una virtù, ma che cos’è una virtù? È una disposizione abituale della nostra vita. Nella filosofia greca e classica veniva indicata come un abito, cioè non qualcosa di passeggero che si mette una volta, ma l’abito della nostra esistenza, della nostra vita, cioè un atteggiamento costante della nostra esistenza». Insieme a fede e carità, poi, la speranza è una delle virtù teologali: «Virtù – ha detto il vescovo – che hanno a che fare con la nostra vita interiore, che ci rannodano a Dio, ci rannodano a una realtà più grande di quella che noi sperimentiamo ogni giorno, e che si consuma nell’avere, nel possedere le cose. La speranza è poi la virtù più nascosta, più umile, più silenziosa, ma che ci indica una tensione della nostra esistenza: la tensione verso Dio stesso. La speranza, poi, ha bisogno di tempo per crescere: le cose belle della vita, lo sappiamo, si conquistano lentamente».
Viva ha poi sottolineato un’altra caratteristica della speranza, la sua forza, spesso sottovalutata dal sentire comune: «La speranza è anche una virtù profetica e – ha detto il vescovo – direi combattiva. Perché ci fa desiderare qualcosa di meglio, ci fa desiderare le cose vere nella vita. Ed è per la speranza che nella società civile, ma anche nella Chiesa ci sono stati sempre e ci sono anche oggi, uomini e donne che si battono per degli ideali grandi e per ciò che per noi cristiani non è solo un ideale: affermare la Parola del Vangelo, che è Cristo stesso. Eppure tante volte, parlando di speranza, sembra sia qualcosa che non merita tanta fiducia. Invece, vi dico, con le parole del poeta francese Charles Peguy che la speranza è una virtù “bambina”, che guarda al futuro, ma sa entusiasmarsi, lottare, tendere verso la sua stessa crescita». Infine, l’augurio del vescovo ai giovani è stato quello di portare a casa, da questo appuntamento: «Gli incontri, i volti, le parole che abbiamo sentito, le testimonianze ascoltate. Ma ci portiamo a casa – ha concluso Viva – anche questa parola che Paolo ha rivolto ai Romani: “Non siate pigri nel fare il bene. Siate invece ferventi nello spirito. Servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”».