Il trovarci nel bisogno fa scaturire da noi la supplica, l’accorata richiesta d’aiuto a Dio da parte di chi sente la propria impotenza davanti al dolore umano. La preghiera del centurione è pura perché non ha pretese: «Signore, io non sono degno (…) ma di’ soltanto una parola…». È quello che ripetiamo anche noi a Messa prima di ricevere il sacramento dell’Eucarestia. Il senso della nostra indegnità ci aiuta a toccare il nostro nulla per deporlo nelle mani di Dio. È questa umiltà, che Gesù chiama «fede», a piacergli così tanto! Non un israelita, ma un centurione prega così. Quanto abbiamo da imparare!