Gesù, essendo Figlio di Dio era esente dal dovere di pagare il tributo per il tempio di Gerusalemme, e tuttavia si sottomette alle pretese degli esattori. Con questo gesto, Gesù proclama apertamente la sua libertà da ogni autorità umana e la sua piena adesione alla signoria di Dio, alla volontà del Padre che lo porterà a “consegnarsi nelle mani degli uomini e dare la sua vita”. Capita anche a noi di crederci in diritto di avere dei riguardi da parte degli altri, anche per giusti motivi, ciò che conta invece è essere figli di Dio, che non significa avere dei privilegi, ma godere dell’unico e grande privilegio: avere Dio per Padre e Signore della propria vita. Un privilegio che ci rende liberi e giorno per giorno costruisce la nostra felicità. La via dell’umiltà e sottomissione a Dio, quella che ha scelto Gesù, essa sola può garantirci questo cammino di libertà e solidità nella nostra vita e soprattutto la piena compiacenza di Dio verso di noi.