“Il pubblicano tornò a casa giustificato”.
La preghiera rivela l’atteggiamento più profondo dell’uomo. Il fariseo fa un lungo elenco di meriti davanti al Signore, la radice della sua preghiera è la giustizia dell’uomo, la sua giustizia. Mentre il pubblicano non fa altro che confessare la sua povertà e il suo peccato: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore”. La radice della sua preghiera non è la sua giustizia, ma la giustizia di Dio; lui confida nella Sua misericordia. Confida, ovvero ha fede in Dio, in un Dio che è Padre buono che tutto perdona e accoglie. Riconoscere il suo peccato gli permette di aprirsi a Dio, di riscoprire la sua verità di creatura … bisognosa e amata. Mentre purtroppo l’orgoglio, l’ostentazione del fariseo lo chiudono in se stesso, nella sua autosufficienza. Possiamo provare ad ascoltare la nostra preghiera e domandarci: qual è la radice che la anima?