Per mantenere vive le opere della Misericordia e portare sostegno e vicinanza alle persone recluse nel carcere di Velletri e alle loro famiglie, è stato sottoscritto mercoledì 4 aprile, all’interno della casa circondariale “Lazzaria” di Velletri, un documento di collaborazione per l’inclusione delle persone detenute nello stesso carcere, firmato dal vescovo di Albano, Marcello Semeraro, dal vescovo di Velletri-Segni, Vincenzo Apicella e dal presidente dell’associazione Volare (Volontari assistenza reclusi), Carlo Condorelli. L’intento delle due diocesi e di Volare (che dal 2005 opera all’interno del carcere veliterno) è quello di dare continuità alle iniziative vissute durante il Giubileo straordinario della Misericordia, per tenere vivo il tema delle persone recluse dentro la comunità ecclesiale e civile. Attraverso le Caritas diocesane e l’associazione Volare, si continuerà a sostenere le azioni di volontariato all’interno del carcere, quelle di inclusione socio-lavorativa dopo il termine della pena, e quelle di sostegno e di accompagnamento delle famiglie coinvolte nel percorso della persona reclusa. Come periodo nel quale concentrare, stabilmente ogni anno, iniziative condivise e visibili (convegni, pubblicazioni, raccolte prodotti per i detenuti, iniziative presso enti locali e scuole) si è scelta la settimana tra la XXXII e la XXXIII domenica dell’anno liturgico, in prossimità della “Giornata mondiale dei poveri”.
Ispiratore della collaborazione tra le due diocesi, già negli anni ’90 del secolo scorso, per “visitare i carcerati” all’interno del carcere veliterno, è stato monsignor Dante Bernini, che è stato vescovo sia ad Albano che a Velletri e Segni. «Il progetto – spiega il direttore della Caritas della diocesi di Albano, don Gabriele D’Annibale – è finalizzato ad articolare iniziative di sensibilizzazione e solidarietà verso la comunità ecclesiale e civile sulla condizione carceraria, le persone recluse e le loro famiglie, alla luce del fatto che la casa circondariale di Velletri costituisce il “carcere del territorio”: infatti una quota significativa delle persone recluse provengono dai territori delle due diocesi»