Lettera nel mese di gennaio

Carissimi fratelli sacerdoti, fratelli e sorelle di vita consacrata.

Invio a tutti un rinnovato augurio per il nuovo anno augurio, proponendovi, perché ne riceviamo ragioni di speranza, alcune parole del venerabile J. H. Newman: Il Padre ci ama, ci vede e ci conosce tutti, uno ad uno. Chiunque tu sia egli ti vede individualmente, egli ti chiama con il tuo nome, egli ti comprende quale realmente ti ha fatto. Egli conosce ciò che è in te, tutti i tuoi sentimenti e pensieri più intimi, le tue disposizioni e preferenze, la tua forza e la tua debolezza. Egli ti guarda nel giorno della gioia e nel giorno della tristezza, ti ama nella speranza e nella tua tentazione, s'interessa di tutte le tue ansietà, di tutti i tuoi ricordi, di tutti gli alti e bassi del tuo spirito. Egli ha perfino contato i capelli del tuo capo e misurato la tua statura, ti circonda e ti sostiene con le sue braccia, ti solleva e ti depone. Egli osserva i tratti del tuo volto, quando piangi e sorridi, quando sei malato o godi buona salute. Con tenerezza egli guarda le tue mani e i tuoi piedi, sente la tua voce, il battito del tuo cuore, ode perfino il tuo respiro, tu non ami te stesso più di quanto egli ti ama. Tu non puoi fremere dinanzi al dolore, come egli freme vedendolo venire sopra di te, e se tuttavia te lo impone è perché anche tu se fossi saggio lo sceglieresti per un maggior bene futuro.

Queste espressioni mi sono tornate alla mente considerando il tema scelto per la prossima Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, che si terrà dal 18 al 25 gennaio: “”Essere riuniti nella tua mano”” (cf. Ez 37,17). La “”mano”” del Signore è quella che c'incoraggia ed è in grado di mutare in forza le nostre stanchezze e in gioia le nostre delusioni. L'amarezza della divisione la sperimentiamo non solo quando consideriamo l'impegno ecumenico, ma anche quando sono chiamati in causa la nostra comunione e il nostro servizio solidale nella Chiesa. Lasciamoci, allora, accarezzare e anche scuotere dalla mano paterna di Dio. Le “”mani del Padre”” ' secondo la nota immagine di sant'Ireneo di Lione ' sono il Figlio (che non spezza una canna già incrinata e non spegne la fiamma smorta [cf. Mt 12,20; Is 42,1-4]) e lo Spirito Santo (Consolator optime').

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06-01-2009