Lettera ai Sacerdoti per l’Anno Sacerdotale

Carissimi sacerdoti,

vi scrivo nell'imminenza della memoria liturgica del Santo Curato d'Ars, che nel corso di questo 'anno sacerdotale' il Papa intende proclamare patrono di tutti i sacerdoti. La scelta di Benedetto XVI è stata sollecitata da più ragioni, da egli stesso indicate nella Lettera del 16 giugno u.s.; l'occasione è stata il 150° anniversario del dies natalis di S. Giovanni Maria Vianney e questo ricorrerà, appunto, il prossimo 4 agosto.

Vivendo la nostra 'giornata sacerdotale' il 18 giugno scorso, ho già anticipato alcune indicazioni e iniziative. Sottolineo in particolare l'invito alla preghiera per le vocazioni sacerdotali. Desidererei tanto che ciascuno di noi recitasse quotidianamente il testo di preghiera, da me scritto appositamente. Perché non conservarlo nel volume della Liturgia delle Ore? Rileggendone alcune righe, penso sia evidente che quando si parla dei 'chiamanti', si tratta specialmente di noi. Sorgono, a questo punto, delle domande: quanto c'è di 'vocante' nella mia persona, nel mio stile di vita, nella mia azione pastorale'?

È mia intenzione soffermarmi ripetutamente ' anche in queste periodiche corrispondenze - sui temi suggeriti dal Papa per l'Anno Sacerdotale. Nell'Omelia per la celebrazione dei Vespri per la Solennità del Cuore di Gesù, ad esempio, egli disse che 'per essere ministri al servizio del Vangelo, è certamente utile e necessario lo studio con un'accurata e permanente formazione teologica e pastorale, ma è ancor più necessaria quella «scienza dell'amore» che si apprende solo nel «cuore a cuore» con Cristo'. Vediamo bene che, per una nostra personale adaequatio al servizio del Vangelo, il Papa c'indica tre mezzi senza dubbio complementari: lo studio, la formazione e la scienza dell'amore. Vorrei dirne brevemente qualcosa.

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01-08-2009