Interiormente liberi perché amati
Oggi Gesù ci ricorda nuovamente che ogni tradizione, anche se è uno strumento necessario e utile per guidare la vita religiosa e sociale, resta sempre subordinato al cuore. Prima che nella legge, noi abbiamo inscritta nel cuore la nostra identità, provenienza e missione: l’Amore. Ogni norma o usanza dovrebbe avere unicamente la funzione di aiutarci a vivere meglio e perciò ad amare meglio. Dio, che ci invita alla festa della vita, non ci fa schiavi di una esteriorità, ma ci fa liberi perché amati e capaci di amare a nostra volta.
È questo il tesoro che possediamo “dentro” e che Gesù ci invita a dare in elemosina (Lc 11, 41) perché solo l’amore donato libera da ogni avidità e cattiveria e fa puro il nostro sguardo.
Con Gesù è giunto il tempo di passare dal culto dell’esteriorità alla cura dell’interiorità che sola ci permette di trovare e vivere del tesoro nascosto nei nostri cuori.Andiamo allora dentro, scendiamo in profondità là dove il Padre ha sussurrato il suo amore per noi: Ti ho amato di amore eterno.
È solo così che guariremo dalla superficialità, sorella dell’apparenza, poiché “quanto l’uomo vale davanti a Dio, tanto vale e non di più” (San Francesco); e se siamo eternamente amati, cosa mai potremo guadagnare di più? Ci sia dato oggi di vivere nella gratitudine e nella restituzione.