“Non preoccupatevi di come o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire”.
Siamo alla vigilia della Giornata Missionaria Mondiale e non a caso il Vangelo odierno cifa riflettere sulla dimensione della testimonianza da dare a Cristo, in modo particolare quando la nostra fede è causa di sofferenza.
Sappiamo che in tempo di persecuzione, la salvezza della pelle dipende da ‘come’ e da ‘ciò’ che si dice. È vivo l’esempio di tanti fratelli che, grazie allo Spirito Santo, non hanno temuto la morte pur di rimanere fedeli a Cristo.
Questa risposta non è scontata poiché generalmente il movente segreto del pensare, del dire e dell’agire umano è la paura della morte, mentre noi cristiani dovremmo essere mossi dal pensiero di Dio che per amore nostro è morto sulla croce.
Invochiamo lo Spirito Santo perché ci dia la forza della testimonianza nella certezza che «Se con Cristo patiremo, con Lui regneremo, soffrendo con Lui, con Lui godremo, morendo con Lui sulla croce della tribolazione, possiederemo con Lui le eterne dimore negli splendori dei santi e il nostro nome sarà annotato nel libro della vita» (dalla IIa Lettera di santa Chiara d’Assisi).