La liturgia pone sulle nostre labbra per tutto l’arco della settimana questa esclamazione: a Lui la lode e la gloria nei secoli. Un’esclamazione di lode, di acclamazione e di benedizione. È il ritornello che ha fatto eco alla proclamazione del Cantico di Daniele, dove tutti gli esseri sono chiamati a lodare il Signore, proprio come a ribadire la sua signoria su ogni creatura. Il Cantico termina poi con l’espressione: il suo amore è per sempre. Il cielo e la terra passeranno e noi a volte possiamo dimenticarci di Lui, percorrendo altre strade, ma le sue parole non passeranno: il suo amore è per sempre. Anche noi possiamo esclamare: chi ci separerà dal suo amore?Con il salmista diciamo: Dove andare lontano dal tuo spirito? Dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda; meravigliose sono le tue opere.