O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia:
vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte.
“Come ebbe udito il suo saluto il bambino le sussultò nel grembo”.
Questi pochi versetti, sette in tutto, aprono ad una dinamica di movimento incredibile: Maria va sollecita, Elisabetta si fa incontro a Maria, lo Spirito ricolma Elisabetta e il suo piccolo sussulta nel grembo materno. Giovanni, il futuro battezzatore descritto dai Vangeli, come un uomo di grande austerità e ascesi, incontrando Gesù – dice letteralmente il testo greco – non sussulta, ma “saltella” nel seno di Elisabetta. Riecheggia in questo gesto di esultanza la famosa danza del re Davide davanti all’arca di Dio che custodiva il Santo dei Santi (Sam 6,12-22). Mettiamoci anche noi sul ritmo di questa danza sacra con le parole stesse del Profeta Sofonia: “ rallegrati, grida di gioia, perché il Signore ti rinnoverà con il suo amore”.