Omelia nella chiusura del Grande Giubileo

05-01-2001

RIPRENDIAMO IL CAMMINO

 

Termina l'anno del Grande Giubileo. Non finisce però l'anno di grazia che Gesù ha inaugurato nella Sinagoga di Nazaret.

 

Queste parole, che ora riecheggiano in tutte le Chiese sparse nel mondo, sono un appello a riprendere nel tempo, con gioia e coraggio, il nostro cammino incontro al Signore che viene.

 

Anzitutto lodiamo il Signore per la grazia che ci ha concesso di sperimentare durante il Giubileo. Egli continua a tenere aperta la 'porta' della sua Misericordia per tutti coloro che credono al Vangelo e continua a bussare alla porta del nostro cuore. Chi gli aprirà sarà beato. Giunti, però, al termine di una tappa importante del nostro itinerario cristiano, vogliamo ripercorrere, seppure brevemente, le soste che lo hanno caratterizzato nella nostra Diocesi di Oria. Vorremmo, allora, quasi rispondere alla voce interiore che domanda: Che cosa hai visto per la via?

 

Ricordo il primo segno giubilare, nel giorno del Natale 1999: un Vangelo aperto.

Ed ancora: il Giubileo della vita consacrata, il 2 febbraio 2000: radicale testimonianza al Vangelo;

ai giovani, nel passaggio del Croce pellegrina verso la Giornata Mondiale della Gioventù: testimoniate la passione infinita di Dio per l'uomo.

E poi, nel Giubileo della pastorale vocazionale il 14 maggio: poiché ama, Dio chiama;

in quello delle aggregazioni laicali nella Veglia di Pentecoste: nella stessa comunione, per la stessa missione di comunicare la fede;

nel Giubileo del Clero diocesano, il 23 giugno: riscoprire l'essenziale del nostro ministero, per essere preti, pastori e pescatori.

Infine, nel Giubileo degli ammalati e degli operatori sanitari il 26 settembre: vivere la sofferenza come Gesù e stare, come Lui, accanto al sofferente

e al Giubileo delle famiglie, il 30 dicembre: nel cuore della nuova evangelizzazione per il rinnovamento pastorale.

 

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