“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei non entrerete nel regno dei cieli”. Nessuno è giustificato davanti a Dio per la Legge e ciò risulta dal fatto che il “giusto per fede vivrà”, per fede non per merito. Non sono le nostre opere, la nostra osservanza meticolosa della legge che può donarci la salvezza. Non è il nostro morire per il Signore che ci aprirà le porte del Regno, ma è la sua morte che ci ha donato la Vita. È come se Gesù ci dicesse: “Non sei tu che ti salvi con le tue forze, sono io il tuo salvatore”. Quella distanza abissale tra noi e l’Amore è colmata non dallo sforzo di essere grandi, ma dall’Amore di Dio che si fa “piccolo”, si fa servo per amore nostro. Dobbiamo quindi osservare le norme, fare quanto è in nostro potere per amare ed essere così segno di Amore per quanti ci sono accanto, ma dopo tutto questo ci rimettiamo nelle mani del Signore e a Lui chiediamo il dono della Vita. Il giusto pecca sette volte al giorno. Saremo salvi, ma per fede! Affidiamoci con fiducia alla Sua misericordia.