Vi è uno stile mariano nell’attività evangelizzatrice della Chiesa. Perché ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto. In lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli, ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti. Guardando a lei scopriamo che colei che lodava Dio perché «ha rovesciato i potenti dai troni» e « ha rimandato i ricchi a mani vuote» è la stessa che assicura calore domestico alla nostra ricerca di giustizia. Maria sa riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti ed anche in quelli che sembrano impercettibili. È contemplativa del mistero di Dio nel mondo, nella storia e nella vita quotidiana di ciascuno e di tutti. È la donna orante e lavoratrice a Nazaret, ed è anche Nostra Signora della premura, colei che parte dal suo villaggio per aiutare gli altri «senza indugio». Questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri è ciò che fa di lei un modello per l’evangelizzazione (Papa Francesco).