Lunedì della quarta settimana di Avvento
Lc 1, 57-66
La pericope descrive due momenti: la nascita di Giovanni Battista, e la circoncisione/imposizione del nome. Si è realizzato quanto aveva detto l’angelo e di nuovo la risposta dell’azione misericordiosa di Dio di fronte alla umana impotenza è una risposta che dà gioia: i vicini e i parenti “si rallegravano” con Elisabetta. Luca precisa che Giovanni viene circonciso, come lo preciserà per Gesù, onde mettere in evidenza che tutti e due vengono incorporati ad Israele: nella sua visione, coloro che inaugurano e fondano il cristianesimo devono appartenere al giudaismo. Ma in tutto il racconto, l’accento viene posto sulla imposizione del nome, che è carico di promesse [significa “Dio è misericordioso, fa grazia”] e imposto in seguito ad un evidente intervento divino, in contrasto con l’uso abituale di dare nomi già esistenti nella parentela. Questo è un fatto di rilievo, perché il nome nella mentalità ebraica esprime la persona nella sua essenza e ne indica la missione [si pensi a Simon Pietro, “roccia”]. Non appena assegnato il nome, Zaccaria riacquista l’uso della parola e la prima espressione è un inno di lode a Dio, che Luca riporterà pochi versetti dopo. La domanda sul futuro del bambino, troverà una risposta nel seguito del racconto evangelico, a cominciare proprio dal cantico di Zaccaria: “E tu bambino sarai chiamato profeta dell’Altissimo …”. Io non sarò chiamato “profeta dell’Altissimo”, ma anche io, come ogni cristiano del resto, ho una “missione profetica” da compiere per dare senso alla mia vita. Capita che qualcuno inizi un cammino di fede … dopo aver parlato con me?
P style=“text-align: right;”A cura di Don Gian Franco Poli