Omelia nella Ordinazione al Diaconato permanente di Nicola Parisi e Tomaso Antonio Ursini

17-04-2010

1. Abbiamo appena ascoltato una pagina del Vangelo (cf. Gv 21, 1-19) davvero molto bella, ma pure alquanto singolare. Ci dicono, infatti, gli studiosi del testo sacro che con ogni probabilità il quarto Vangelo nella sua prima stesura si sarebbe già concluso con il capitolo 20. Il capitolo 21, dunque, di cui sono stati proclamati i primi diciannove versetti, sarebbe come una aggiunta ed una sorta di nuova conclusione. È una specie di cerniera, diremmo, tra la vita di Gesù, culminata nella sua passione, morte e risurrezione e la vita della Chiesa, la vita nostra. È certamente un'unica vita: è la vita del Capo e quella delle membra, in una situazione diversa l'una e l'altra, ma entrambe animate dall'unico e medesimo Spirito. Lo vita dello Spirito che anima il corpo glorificato del Risorto è la vita dello stesso Spirito che dimora nella Chiesa ancora pellegrina sulla terra, che abita in noi e ci fa vivere come membra del Corpo di Cristo.

La manifestazione del Risorto ai discepoli di cui ha narrato la pagina del Vangelo, però, non è accaduta nel giorno di Pasqua. È 'la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti', è stato precisato. Il testo giovanneo, scrive letteralmente: 'Dopo questi fatti', ossia un tempo indeterminato dopo gli eventi del giorno di Pasqua. Per di più, Gesù si fa vedere non dall'intero gruppo dei Dodici, ma solo da alcuni. Simon Pietro lo conosciamo e di Tommaso, il 'gemello' si era parlato nei due incontri precedenti. Ricompare, poi, Natanaele di Cana di Galilea e sono menzionati i due figli di Zebedeo, cioè Giacomo e Giovanni. Si aggiungono altri due discepoli, dei quali uno è 'quel discepolo che Gesù amava'. Si tratta, allora, di un gruppo alquanto composito e l'arrivo di Gesù non è, perciò, propriamente una cristofania pasquale, una di quelle apparizioni al gruppo apostolico sì che debba attestare: 'Noi lo abbiamo veduto'! L'apparizione del Risorto di cui oggi ci ha narrato il Vangelo avviene in quello che ormai è il tempo della Chiesa. Somiglia molto alla funzione del libro degli Atti nell'opera lucana rispetto al Vangelo. Ci rassicura che il Signore non ha lasciato e non abbandona mai la sua Chiesa. Gesù continua a esserle e ad esserci vicino; è sulla riva e ci vede mentre ci affatichiamo nella barca; ci chiama e tiene pronta per noi una mensa.

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