Omelia per il mandato missionario dei seminaristi del “Leoniano” di Anagni, 9 settembre 2012

09-09-2012

La nostra assemblea eucaristica oggi ha più motivi per la lode al Signore. Anzitutto perché è Domenica, il giorno che il Signore ci riserva per un incontro tutto speciale con Lui. La comunità parrocchiale, poi, è nel clima della festa patronale, perché celebra la Natività della Beata Vergine Maria. Una festa bella perché in rapporto a Gesù, lumen gentium, Maria è come un'aurora. Lo ricordano i testi della liturgia di questa festa mariana e i colori dell'aurora ci rasserenano e ci danno speranza. Durante questa celebrazione eucaristica, infine, i giovani seminaristi del Seminario Regionale Teologico di Anagni iniziano, prima di avviare il nuovo anno formativo, una «missione al popolo». Li saluto, dunque, insieme con tutti voi, cari fedeli, invocando in modo speciale per questa loro iniziativa apostolica la benedizione del Signore.

Due parole vorrei risuonassero fra noi, questa sera; l'una e l'altra risonanza ed eco nel nostro cuore della Parola di Dio, che insieme oggi abbiamo ascoltato. Sono: coraggio e apriti! La prima è rivolta agli «smarriti di cuore» attraverso la voce del profeta Isaia (cfr. Is 35,4); la seconda è pronunciata da Gesù in persona a quell'infelice sordomuto, che gli era stato messo davanti. Insieme, queste due parole sono per noi, che le ascoltiamo, una spinta alla fiducia, un incoraggiamento alla speranza (cfr. Mc 7, 31-37).

Occorre, infatti, avere il coraggio di «aprire». Noi più spesso, però, abbiamo la tentazione di «chiudere» e, quando lo facciamo, è sempre per paura. A volte ci pare sia prudenza, cautela, precauzione. A veder bene, invece, è sempre paura. Ricordate, invece, quel che ci disse il beato Giovanni Paolo II all'inizio del suo ministero petrino? «Non abbiate paura; aprite le porte a Cristo».

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