lunedì della XX settimana del tempo ordinario
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze (Mt 19, 16-22).
La pericope costituisce l’anello centrale di tutta la narrazione evangelica: per la prima volta viene dichiarata esplicitamente la dignità messianica di Gesù; per la prima volta Gesù annuncia la sua passione e risurrezione; infine, subito dopo questa pericope, la narrazione si concentrerà sul tema della passione: Gesù “sale” a Gerusalemme per portare a termine la sua missione.
Pietro confessa Gesù Messia, per rivelazione di Dio, ma il seguito mostrerà che lui la rivelazione non l’ha capita fino in fondo. Nonostante questo, Gesù lo dichiara “roccia” su cui fonderà la sua chiesa e gli affida le “chiavi del regno” e la facoltà di “sciogliere e legare”.
Sono tutte espressioni figurate, al tempo molto comuni, per dire l’esercizio dell’autorità sul popolo di Dio, autorità di insegnamento (il senso delle “chiavi”) e di assolvere dai peccati (“sciogliere e legare”). In Gv 20,23 e Mt 18,18, questa autorità viene data a tutto il collegio apostolico: Pietro è il punto di riferimento della comunione che deve legare gli apostoli. Egli “presiede alla carità”, dirà sant’Ireneo, vescovo di Lione.
L’idea della “roccia” sta a indicare la indefettibilità della chiesa che nascerà: questo non deve essere, per la chiesa stessa, motivo di trionfalismo, ma solo di fiducia illimitata.
Pietro confessando Gesù “messia” aveva ancora l’idea diffusa di un messia potente, e si mette a “rimproverarlo” per l’annuncio della passione: per Gesù diventa quindi un “tentatore”, come il diavolo nel deserto. Gesù nel suo rimprovero, non lo “caccia via”: gli dice esattamente “mettiti dietro di me e seguimi!”. E Pietro lo “seguirà” alla lettera: morirà anche lui crocifisso. Per Pietro, Gesù era «Il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Per me chi è?
p style=“text-align: right;”A cura di Don Gian Franco Poli