XII domenica del tempo ordinario
Mc 4, 35-41
Ci sono aspetti interessanti della reazione dei discepoli e di Gesù. C’è una parola di Gesù che precede tutto: «Passiamo all’altra riva». Vuol dire attraversare il mare. Tutte le volte che nella Bibbia si richiama il dover attraversare il mare, il riferimento è sempre alla Pasqua. C’è un Egitto da lasciare, con i suoi pesi, con la sua comoda schiavitù: è l’invito di Gesù che ci porta verso la Pasqua. La libertà è esigente e, in certo senso, costa più della schiavitù! Dice il Vangelo che i discepoli lo presero con sé così com’era. Quando preghi: chi o che cosa stai pregando? Ti stai mettendo davanti al Signore o davanti a te stesso? Prendi sulla tua barca, più o meno sgangherata, il Signore così com’è lui e non come lo immagini? Quando prendiamo Gesù sulla barca così com’è possiamo affrontare anche le tempeste. Troppo spesso confondiamo il Signore con i nostri pensieri! Dio ci chiama verso cose impossibili, perché quelle possibili le possiamo già fare noi. Egli ci promette una vita in abbondanza, la vita eterna, di diventare come lui, figli nel Figlio. Ci promette l’impossibile. Dio fa così per amore. Questa è la sua logica. Il Signore ci chiama a qualcosa che noi da soli non siamo in grado di conquistare, ma che può essere solo accolto: vuole farci come lui finalmente capaci di amare.
don Paolo Ciccotti, Sulla Tua Parola – Il messalino, giugno 2024.