Seconda Domenica di Pasqua e rito della deposizione della veste bianca dei neofiti – Albano, Basilica Cattedrale

07-04-2024

La seconda domenica di Pasqua ha il nome antico di domenica in albis, cioè – più correttamente – domenica in albis deponendis. Il nome si deve alle vesti bianche, che quanti avevano ricevuto nella notte della Risurrezione il Battesimo, la Cresima e l’Eucaristia portavano per gli otto giorni consecutivi ed infine, in questa domenica, toglievano. C’è dunque un senso di compimento nella liturgia odierna, confermato anche da un nome medievale attribuito a questa ricorrenza, che appunto veniva persino definita la domenica della «Pasqua chiusa».

Al contrario, il Vangelo di Giovanni, proclamato in questa Eucaristia (cf. Gv 20, 19-31), ci parla di un’apertura: l’apertura del cuore alla fede pasquale. Gesù, per ben due volte, ha fatto irruzione nel cenacolo dei discepoli, le cui porte erano chiuse. La prima volta fu alla sera del giorno di Pasqua, quando annunciò e diede agli apostoli il potere di rimettere i peccati. La seconda fu proprio otto giorni dopo, quando, mostrando il segno dei chiodi ed invitando Tommaso a tendere la mano sul suo costato, gli mise nel cuore la fede pasquale. In quel luogo, chiuso per paura dei Giudei, Gesù dilatò, quindi, il cuore ristretto del discepolo incredulo e spalancò al mondo – secondo l’oracolo di Zaccaria nel cantico – «la salvezza, nella remissione dei suoi peccati» (Lc 1, 77).