XVI settimana del tempo ordinario
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno» (Mt 13, 18-23).
Partiamo da una considerazione: per capire occorre ascoltare. Per crescere nella conoscenza occorre accogliere con intelligenza e disponibilità. E già qui cadiamo molto male… la nostra contemporaneità si caratterizza per un paradosso insolubile: da una enorme disponibilità di informazioni rese possibile dai nuovi media e dalla rete di internet. Ma proprio questo enorme accumulo di informazioni diventa un problema: non abbiamo tempo per discernere, per distinguere, per ragionare, per capire e diventiamo superficiali, assecondando la nostra pigrizia mentale. Figuriamoci, poi, se l’ascolto è rivolto alla Parola di Dio, piuttosto complessa, che richiede un minimo di studio e di preparazione per non farle dire delle emerite stupidaggini. L’ignoranza che abbiamo verso la Scrittura è sconfortante ma, come bene diceva san Girolamo: l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo. Detto questo dobbiamo poi vedere come accogliamo la Parola e la spiegazione fatta da Gesù sulla parabola del seminatore ci aiuta e ci incoraggia. Perseveriamo nell’ascolto perché il seme della Parola fruttifichi in noi!
A cura di Paolo Curtaz