«Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna» (Mc 12, 1-2).
La Vigna nell’antico testamento è il popolo di Israele. Non è quindi un luogo ma un campo di lavoro spirituale: siamo noi, Popolo di Dio.
La Vigna è piantata da un uomo….Eppure, istintivamente, leggendo il Vangelo, percepiamo che è Dio a piantare la Vigna; ed è così perché Dio si è fatto uomo in Gesù Cristo.
La Vigna così intesa ha bisogno di essere protetta dalle intemperie (la circondò con una siepe), macinata come il grano per portare frutto (scavò una buca per il torchio) e difesa dai nemici (costruì una torre).
La Vigna ha anche bisogno di essere curata. Viene data, perciò, in affitto a dei contadini che sono chiamati a farla fruttificare. La Vigna non è dei contadini, è solo data in affitto ai contadini e ogni affitto ha il suo corrispettivo da rendere al Padrone di casa…
Per rimanere nella volontà di Dio, perciò, è necessario curare il Suo Popolo, portare frutti di bene da restituire al suo legittimo Proprietario. Per fare questo è necessario ascoltare incessantemente la Voce del Signore, lasciarsi macinare dalla Sua Parola, anche quando è un rimprovero. Il rischio, altrimenti, è quello di scambiare la Testata d’Angolo per Pietra di scarto e di espellere Gesù dalla vita del Suo popolo che, invece, è ricco di frutti spirituali da poter presentare nell’ultimo giorno ai piedi del Padre.
A cura di Venera Diamante i