venerdì della VII settimana
Gesù conferisce il primato a Pietro, uomo fragile e fallace come tuta l’umanità. Gesù risorto incontra Pietro a cuore a cuore e gli sollecita la tripla dichiarazione d’amore e dopo ogni attestazione del cuore il conferimento di quei poteri che sono il servizio dell’amore. Pietro è un nostro fratello, pastore che svolge il ruolo di guida nel nome di Gesù. Gesù Risorto ogni giorno interpella anche noi, ci affida una porzione del suo gregge. Solo se amiamo pasceremo il Suo gregge e solo con il nostro sacrificio lo nutriremo della Sua verità e della Sua pace. Non solo Pietro è creato capo della comunità degli Apostoli ma anche di quella che sarà la comunità cristiana. Un pastore e come Lui i suoi successori. A ogni vescovo e presbitero, consacrato e consacrata, uomo e donna battezzati è affidata la missione evangelica e, come dice Papa Francesco in questa missione ci si “deve sporcare le mani”, bisognacondivide3re tutto con il gregge, farsene intimi, una cosa sola fino ad assumerne l’odore(Cf. Gv 21, 15-19).
Un pastore così, fu anche Filippo Neri che giunse a Roma dalla natia Firenze senza un progetto preciso, desideroso solo di capire bene cosa il Signore volesse da lui. Per umiltà non aveva mai neppure pensato di diventare prete, ritenendosi sempre indegno di una tale missione. Dopo la sua ordinazione sacerdotale la sua missionefu quella di portare l’amore di Dio a tutte le persone che incontrava, in modo speciale attraverso l’Eucarestia, che celebrava sempre con immensa devozione, ed il sacramento della Confessione. Voleva cristiani felici, gioiosi, entusiasti e non si stancava mai di ricordare quanto fosse importante l’umiltà e la fiducia in Dio nostro Padre (Cf., “Vita di San Filippo Neri”).
A cura di Maria Cristina Lorenzini, Ov