“Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può produrre frutto da solo, se non resta unito alla vite, cosi anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci”.
Anche la vite, quando intorno le è stato zappato il terreno, viene legata e tenuta diritta affinché non si pieghi verso terra. Alcuni tralci si tagliano, altri si fanno ramificare: si tagliano quelli che ostinano un’inutile esuberanza, si fanno ramificare quelli che l’esperto agricoltore giudica produttivi. Perché dovrei descrivere l’ordinata disposizione dei pali di sostegno e la bellezza dei pergolati, che insegnano con chiarezza come nella Chiesa debba essere conservata l’uguaglianza, sicché nessuno, se ricco e ragguardevole, si senta superiore, e nessuno se povero e di oscuri natali, si abbatta o si disperi? Nella Chiesa ci sia per tutti un’unica e uguale libertà, con tutti si usi pari giustizia e identica cortesia. Per non essere piegato dalle burrasche del secolo e travolto dalla tempesta, ognuno, come fa la vite con i suoi viticci e le sue volute, si stringa a tutti quelli che gli sono vicini, quasi in un abbraccio di carità ed uniti ad essi si sente tranquillo. È la carità che ci unisce a ciò che sta sopra di noie ci introduce in cielo. (Sant’Ambrogio)
A cura di Piera Siclari, Ov