martedì della settimana santa
«In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà» (Gv 13, 21)
Dio ha messo sulla Croce di Gesù tutto il peso dei nostri peccati, tutte le ingiustizie perpetrate da ogni Caino contro suo fratello, tutta l’amarezza del tradimento di Giuda e di Pietro, tutta la vanità dei prepotenti, tutta l’arroganza dei falsi amici. Era una Croce pesante, come la notte delle persone abbandonate, pesante come la morte delle persone care, pesante perché riassume tutta la bruttura del male. Tuttavia, è anche una Croce gloriosa come l’alba di una notte lunga, perché raffigura in tutto l’amore di Dio che è più grande delle nostre iniquità e dei nostri tradimenti. Nella Croce vediamo la mostruosità dell’uomo, quando si lascia guidare dal male; ma vediamo anche l’immensità della misericordia di Dio che non ci tratta secondo i nostri peccati, ma secondo la sua misericordia. Di fronte alla Croce di Gesù, vediamo quasi fino a toccare con le mani quanto siamo amati eternamente; di fronte alla Croce ci sentiamo “figli” e non “cose” o “oggetti”, come affermava San Gregorio Nazianzeno rivolgendosi a Cristo. O nostro Gesù, guidaci dalla Croce alla resurrezione e insegnaci che il male non avrà l’ultima parola, ma l’amore, la misericordia e il perdono. O Cristo, aiutaci a esclamare nuovamente: «Ieri ero crocifisso con Cristo; oggi sono glorificato con Lui. Ieri ero morto con Lui, oggi sono vivo con Lui. Ieri ero sepolto con Lui, oggi sono risuscitato con Lui» (Discorso, 18 aprile 2014).
Non mi fa meraviglia che Gesù cada: mi fa meraviglia che un uomo, ridotto a quel modo, stia in piedi e riesca a trascinarsi dietro, per la salita al Calvario, il legno delle Croce. L’amore non ha misura, ma l’adorabile umanità del Salvatore porta nella sua carne la misura della nostra infermità. Se egli cade, è perché cedono le sue povere forze fiaccate dall’urto incessante e implacabile della nostra malvagità, la quale vi si accanisce contro senza ragione e senza utile.Gesù così, disteso a terra, ne prende possesso. La terra, che riceve Gesù, mostra d’avere un cuore. Poiché mi sono rifiutato di farlo riposare sul mio cuore, la terra gli offre il suo. Ecco lo scandalo: lo scandalo dell’amore. L’amore non è amato. L’amore non è capito. L’amore è calpestato. La terra è fredda e fa paura. Eppure se il grano non marcisce… Nel calice che gli è stato presentato c’è dentro: “Il tuo amore non sarà ricambiato, il tuo amore non sarà capito; il tuo amore sarà rifiutato; il tuo amore sarà crocifisso” (Don Primo Mazzolari)