IV settimana di quaresima
«Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato» (Gv 7, 30)
Siamo amati da Dio, che è nostro Padre e che ha inviato il suo Figlio Gesù per farsi vicino a ciascuno di noi e salvarci. Ha inviato Gesù a salvarci, a perdonarci tutto, perché Lui sempre perdona: Lui sempre perdona, perché è buono e misericordioso. Tre parole: accoglienza, festa e missione. Queste parole non siano solo un ricordo di ciò che è avvenuto a Rio, ma siano anima della nostra vita e di quella delle nostre comunità. (Udienza generale, 4 settembre 2013).
L’essenziale del Vangelo è la misericordia. Dio ha inviato suo Figlio, Dio si è fatto uomo per salvarci, cioè per darci la sua misericordia. «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). Misericordia. E allora la Chiesa si comporta come Gesù. Non fa lezioni teoriche sull’amore, sulla misericordia. Non diffonde nel mondo una filosofia, una via di saggezza (Udienza generale, 10 settembre 2014).
«La vita spirituale che Giuseppe ci mostra non è una via che spiega, ma una via che accoglie. Solo a partire da questa accoglienza, da questa riconciliazione, si può anche intuire una storia più grande, un significato più profondo. Sembrano riecheggiare le ardenti parole di Giobbe, che all’invito della moglie a ribellarsi per tutto il male che gli accade risponde: «Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare il male?» (Gb 2,10)»(Francesco, Patris Corde, 4).