Giovedì della II settimana
«Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti» (Lc 16, 25)
«La parabola di Luca dell’uomo ricco e di Lazzaro, esprime la delusione per l’indifferenza nei confronti della salvezza che tanti profeti avevano già denunciato. Come Geremia nella prima lettura, che riportando la voce di Dio, deve raccogliere gli esiti degli uomini che si allontanano da lui: non serve neanche punirli, da soli si costruiscono inferni da cui non uscire più. La parabola anticipa e prefigura alcune reazioni che si presenteranno, in effetti, alla morte e resurrezione di Gesù Cristo. La sua resurrezione sarà vissuta da molti come un imbroglio bene costruito e tutelato, come già la morte di Gesù era stata la conferma della sua non divinità, del suo essere un impostore. La sollecitazione alla conversione, al cambiamento, al ritorno a Dio è efficace se incontra persone sensibili, disposte a mettersi in discussione. Non è magica di per sé, tanto meno è avvalorata da fatti prodigiosi o miracolosi. Signore, donaci di aderire alla via umile del cambiamento quotidiano, del riconoscimento spicciolo di cosa non va e del porre in essere azioni nuove che esprimano la nostra scelta di interpretare la tua proposta di vita» (Biglietti Silvia).
«All’udire la voce del Padre, «i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo» (Mt 17,6-8). Ecco la seconda indicazione per questa Quaresima: non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni. La luce che Gesù mostra ai discepoli è un anticipo della gloria pasquale, e verso quella bisogna andare, seguendo “Lui solo”. La Quaresima è orientata alla Pasqua: il “ritiro” non è fine a sé stesso, ma ci prepara a vivere con fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere alla risurrezione. Anche il percorso sinodale non deve illuderci di essere arrivati quando Dio ci dona la grazia di alcune esperienze forti di comunione. Anche lì il Signore ci ripete: «Alzatevi e non temete». Scendiamo nella pianura, e la grazia sperimentata ci sostenga nell’essere artigiani di sinodalità nella vita ordinaria delle nostre comunità. Cari fratelli e sorelle, lo Spirito Santo ci animi in questa Quaresima nell’ascesa con Gesù, per fare esperienza del suo splendore divino e così, rafforzati nella fede, proseguire insieme il cammino con Lui, gloria del suo popolo e luce delle genti» (Francesco, Messaggio per la quaresima 2023).