giovedì della prima settimana
«Chiunque chiede riceve» (Mt 7, 8)
Qualche volta sarà scappata a tutti una frase di questo tipo: “non ho tempo”, oppure: “il tempo è sempre poco”. Sono espressioni con le quali denunciamo la pochezza del tempo o l’incapacità di gestirlo bene. Oggi vogliamo chiedere al Signore di concederci di “avere tempo”!
Gesù apre la sua predicazione affermando che “il tempo è compiuto” (Mc 1, 15), non per associarsi alle riflessioni sul “poco” o “tanto” tempo, ma per guardare al tempo come ad un evento di salvezza. Il Maestro ricorda che è giunta la salvezza, che è tempo di valutare la vita partendo da questo principio fondamentale.
Se sappiamo utilizzare il tempo come dono divino, di conseguenza tutte le scelte diventeranno una risposta al progetto del Padre. La vita stessa non sarà subita, gli eventi si accetteranno come grazia, come occasioni per alzare la qualità della vita cristiana e sociale.
In questa direzione il “tempo” ci apparirà come la chiave per aprire le diverse situazioni che la Provvidenza disporrà lungo la strada, partendo dalla consapevolezza di essere invitati a dare priorità ai valori, a quanto veramente può determinare la nostra vita.
Sovente non pensiamo al “tempo” perché ci rimanda ai giorni che abbiamo ancora a disposizione, al pensiero della fine; invece Gesù ci aiuta a prendere coscienza che possiamo veramente cambiare, che il nostro futuro può dipendere dal “tempo”. Dal “tempo” che sapremo dare al Signore, ai fratelli, alla rivalutazione delle nostre scelte, alla propria salute, agli amici più cari.
Il “tempo” sveglia dal sonno, invita a guardare diversamente il futuro, ad avere voglia di cercare, di non rassegnarci al presente, di sperare, di cambiare. Il vero senso del “tempo” c’è lo offre il tempo quaresimale, come occasione per ritrovare senso, per mettere ordine, per fare progetti.
Quando un credente riesce a dare il giusto valore al “tempo” le quotazioni si alzano subito, la stanchezza si trasforma in riposo, le scelte rivelano che qualcosa di grande sta succedendo, che una nuova alba sta venendo all’orizzonte. Questo è il cammino quaresimale.
«L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animato dalla Grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce. Proprio come ciò di cui aveva bisogno Pietro e gli altri discepoli. Per approfondire la nostra conoscenza del Maestro, per comprendere e accogliere fino in fondo il mistero della salvezza divina, realizzata nel dono totale di sé per amore, bisogna lasciarsi condurre da Lui in disparte e in alto, distaccandosi dalle mediocrità e dalle vanità. Bisogna mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come una escursione in montagna. Questi requisiti sono importanti anche per il cammino sinodale che, come Chiesa, ci siamo impegnati a realizzare. Ci farà bene riflettere su questa relazione che esiste tra l’ascesi quaresimale e l’esperienza sinodale» (Francesco, Messaggio per la quaresima, 2023).