Lc 20,27-38
«Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene»
Queste parole di san Paolo sono il più bel riassunto della Liturgia della Parola di questa domenica, giornata di ringraziamento per i frutti della terra.
E, come hanno sostenuto i sette fratelli del libro dei Maccabei, i quali sono stati pronti e forti di fronte al martirio perché certi che le sofferenze del tempo presente non sono paragonabili alla gloria futura, così possono essere per noi perché, come ricorda la bella Lettera a Diogneto, i cristiani risiedono ognuno nella propria patria ma come stranieri ospitati che adempiono i loro doveri di cittadini e subiscono tutte le imposizioni, consapevoli che la vera patria è il Regno dei cieli. Per questo la nostra fede ci fortifica ogni giorno in quanto la certezza della risurrezione illumina la nostra vita quotidiana, dice la qualità della vita che la risurrezione comporta: siamo figli di Dio che vivono per Lui. La gioia che ne scaturisce è la forza per seguire Gesù anche fino alla Croce, perché la vita eterna è la nostra meta.