Lc 21,20-28
Ora è Daniele ad essere sottoposto al giudizio degli uomini e “meritare” la fossa dei leoni. Ma, anche laggiù, l’ultima parola spetta a Dio, che lo libera. Daniele avrebbe potuto cantar vittoria in faccia al re, ma ecco invece la sua testimonianza: «Sono stato trovato innocente davanti a Dio, ma neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male». Questa è la testimonianza di una coscienza pura che serve Dio e gli uomini senza contrapporsi ai poteri e autorità civili. Lo scriveva anche san Pietro in tempi di persecuzione: «Amate Dio e onorate il re» (anche se vi rende la vita difficile). Forse sarà per questa retta coscienza che, nell’ultimo giorno, potremo alzare il capo e leggere gli eventi non come un ineluttabile destino, ma come l’ora della liberazione.