Mt 10,24-34
«Non temete. Tengo forse io il posto di Dio?
Se voi avevate tramato del male contro di me,
Dio ha pensato di farlo servire a un bene»
Dio parla spesso ad Abramo, un poco meno a Isacco e a Giacobbe, e non parla mai a Giuseppe, ma nella sua storia è talmente sempre presente che tutto sembra svolgersi come se Dio non ci fosse, come direbbe D. Bonhoefer. Solo alla fine a tutti apparirà chiaro che Dio c’era. Lo dice Giuseppe, alla fine del libro, piangendo, in un discorso ai suoi fratelli. Dio è onnipresente nella storia degli uomini secondo i suoi modi e tempi. Dio può e sa fare quello che nessuna libertà creata può e sa fare, e cioè raggiungere i suoi fini, sia attraverso la bontà sia attraverso la malizia delle libertà create rispettandole entrambe. Per questo motivo siamo chiamati a deciderci di contare ciecamente su di Lui. Giuseppe ci insegna il profondo senso della fedeltà di Dio (fede); la tenerissima pietà filiale e fraterna, fino al perdono per le ingiustizie (carità); prudente e sapiente amministrazione dei beni della terra al fine del bene comune (speranza).