Portava le stigmate di Cristo

Omelia per il ventennale di canonizzazione di san Pio da Pietrelcina - San Giovanni Rotondo, Santuario di Santa Maria delle Grazie
26-06-2021

«Per i ricchi e felici è facile tacere, / nessuno vuol sapere come sono. / Solo i miseri devono mostrarsi, / devono dire: io sono cieco / oppure: io sto per diventarlo / oppure: è disgraziata la mia vita / oppure: io ho un bambino ammalato …». Sono i versi coi quali il grande poeta austriaco, Rainer Maria Rilke, introduce il canto di nove voci di dolore. Il mendicante, l’emarginato – egli intende – perché qualcuno si prenda cura di lui, deve alzare la voce, altrimenti tutti gli passano avanti trattandolo come un oggetto da scartare (cf. Das Buch der Bilder, II, 2).

Lo stesso è accaduto a Bartimeo, il cieco di cui nel vangelo leggiamo che «sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”. Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”» (Mc 10,46-48). Anche nel racconto evangelico di questa sera ci sono voci di dolore che si levano verso Gesù: «La mia figlioletta sta morendo», gli dice Giàiro. Così pure la donna, che da dodici anni aveva perdite di sangue: venne da Gesù, gli si gettò davanti e impaurita e tremante, gli disse tutta la verità. E Gesù risponde a quelle voci doloranti donando la guarigione e la vita (cf. Mc 5,21-43). Due donne: liberate, una dalla paura che le impediva di vivere e l’altra, dalla morte che le impediva di crescere.