Venerdì 13 Maggio monsignor Marcello Semeraro è venuto a visitare la nostra parrocchia insieme ai suoi collaboratori: don Gualtiero, don Jordan, don Carlino, don Luigi e don Zane.
La mattina ha incontrato i bambini della scuola dell'infanzia "La vecchia fattoria" e si è rallegrato con i genitori e con gli educatori per l'alleanza educativa che stanno portando avanti con successo, poi si è recato presso le due case di riposo, Villa Ilenia e Villa Liliana, per confortare con la sua presenza e le sue parole gli anziani ospiti delle due strutture.
Una giovane comunità
In serata ha incontrato i membri del Cpp, del Cpae e di tutti i gruppi parrocchiali. Eravamo piuttosto trepidanti perché la nostra parrocchia è giovane (ha appena 18 anni!), non ha esperienza, è povera di risorse e di strutture, è ubicata in zona periferica o meglio in campagna, con gravi problemi ecologici (discarica, acqua potabile…) e di servizi, proprio per questo, però, è aperta e disponibile alle sollecitazioni e ai consigli, specie se autorevoli.
Dopo la presentazione del parroco, don Pietro Geremia, il vescovo si è congratulato con i presenti per aver cercato di dare risposta a tutte le domande del questionario, dimostrando di aver fatto tesoro della lettura dei documenti pastorali (lettere, atti dei convegni) precisando che è necessario tradurre in termini operativi le dinamiche cui si è fatto riferimento, come aprirsi agli altri e interagire con il territorio in spirito di autentica carità fraterna.
Famiglia e giovani nel progetto oratoriale
La famiglia e i ragazzi sono stati l'argomento centrale di tutti gli incontri successivi e l'oratorio ne è diventato il denominatore comune, perché in esso, come ha sottolineato Semeraro, dopo averne riassunto brevemente la storia da san Filippo Neri a don Bosco fino ai nostri giorni, si attua l'incontro tra le nuove generazioni e quelle più adulte in un clima familiare che porta tutte le fasce di età a lavorare insieme.
I bambini presenti all'incontro di sabato pomeriggio, alla domanda: «Cos’è per voi l'oratorio?», hanno risposto che è il luogo per trovarsi insieme e fare amicizia, per pregare ed essere felici. Il vescovo li ha elogiati perché avevano saputo cogliere l'essenziale e li ha invitati a tenere sempre presente questa dimensione dell'oratorio, che non è un semplice giocatoio, ma assume una speciale connotazione per l'incontro che in esso sperimentano con Gesù e la Sua parola.
Dopo il canto Camminando per la strada ha poi sottolineato che Gesù ha già preparato per tutti noi un posto nella casa del Padre: l'importante è che camminiamo per raggiungerlo, senza fermarsi e senza deviare.
Successivamente l'amministrazione della Cresima a sei ragazzi ha permesso al vescovo di ritornare sulle speranze che la Chiesa nutre per i giovani e sui giovani, esortando a non scoraggiarsi per il "piccolo numero" che chiede il Sacramento della Confermazione, ma di vedere piuttosto in esso il lievito destinato a fermentare tutta la massa, secondo la parabola evangelica.
I ragazzi che chiedono di ricevere questo Sacramento e si preparano ad esso con serietà a costanza sono i catecumenidel presente, che si impegnano a crescere nella Chiesa, mettendo i propri talenti al servizio di tutta la comunità.
Dietro al Buon Pastore come piccolo gregge
Nella Celebrazione eucaristica conclusiva di domenica 15 maggio il vescovo ha messo in luce la differenza tra i mercenari (o professionisti, come preferiscono definirsi nelle cronache attuali) di cui le pecore non riconoscono la voce e che hanno come fine il furto e l'assassinio, e il Buon Pastore che conosce le sue pecore per nome e dà la vita per esse, ed ha invitato i genitori ad avere a cuore la crescita integrale, umana e cristiana, dei figli che il Signore ha loro affidato, camminando insieme a loro per raggiungere il regno di Dio.
Ha poi esortato tutti i presenti a non temere di essere in pochi, perché Gesù si è rivolto esplicitamente ad un piccolo gregge: l'essenziale è non chiudersi all'interno del proprio ovile, ma uscire incontro agli altri per testimoniare la propria fede e il proprio amore fraterno.
La Visita è terminata con la promessa di un nuovo incontro il prossimo anno, incontro che sarà per noi uno sprone per fare di più da subito.
(Tratto da Millestrade, anno 4 n. 32)