Il vicariato di Nettuno conta circa 40.000 abitanti, suddivisi in 9 Parrocchie: 4 al centro città (Sant'Anna, Santa Barbara, Sacratissimo Cuore e Santi Giovanni Battista ed Evangelista) e 5 in periferia (San Giacomo, Santa Lucia, Santa Madre del Buon Consiglio, San Paolo, San Pietro Claver).
Qualche notevole caratteristica
Di tutto il territorio della Diocesi, Nettuno è la zona più lontana dalla sede di Albano: 48/50 Km. Tutto il territorio è interessato dal fenomeno del turismo estivo. Rilevante la presenza sul territorio di extra-comunitari impegnati in lavori di campagna e attività di pesca d'altura: non è facile farne un confronto con le altre zone della Diocesi. Il fenomeno stimola comunque occasioni di dialogo inter-religioso.
Una rilevantissima tradizione di pietà popolare mariana, che non si concentra solo nella famosa settimana di maggio: investe decine di migliaia di persone.
Vi è anche un forte presenza di Confraternite. Difficile seminare nella mentalità tradizionale dei Nettunesi il senso di appartenenza alla propria comunità: mille e un motivo spingono gran parte dei fedeli a consumare Sacramenti chi qua e chi là.
Le sei parrocchie più vicine al mare sono racchiuse in un semicerchio dal raggio di 2 Km circa, tenendo la punta del compasso in riva al Mare, lasciando nel retroterra senza servizio religioso larghi spazi popolosamente abitati.
Rilevante la presenza di scuole private cattoliche: Scuola Filippini, Scuola Beata Cerioli, Scuola delle Stimatine e la scuola parrocchiale Santi Giovanni Battista ed Evangelista.
La zona a micro-clima molto salubre (Nettuno insiste su una striscia di terra che penetra per ca. 12 km nel mare) ha richiamato sul tserritorio varie case di riposo per anziani.
Due chiese non parrocchiali meritano un particolare interesse: "San Francesco" primo luogo di culto cristiano in Nettuno ed il "Santuario di Santa Maria Goretti" (olim San Rocco) servito dai religiosi.
Passionisti: prezioso Centro di spiritualità, che ospita e celebra la testimonianza cristiana di Marietta, fiore delle nostre terre riscattate alla vita dalla palude mortale.
(Millestrade, anno 1, n. 2)