«Fissò lo sguardo sudi lui, lo amò e gli disse».
La scena di questo Vangelo dell’uomo ricco è veramente carica della stupenda umanità del Figlio di Dio. Tre sono i gesti che vengono riferiti in queste poche battute: fissare lo sguardo, amarlo e parlagli, gesti propri delle persone che si amano. La chiamata ci viene così presentata come un innamoramento, come l’incontro del cuore, così potente da capovolgere un’esistenza intera. Questo è quello che i Padri della Chiesa chiamano metanoia cioè conversione a U, non un’esperienza di negazione o penitenza che annichilisce e svilisce la nostra umanità, ma un ritorno verso le nostre radici più autentiche dove ciò che spinge è l’amore. Una strada “altra”, che ritrova nel profondo del nostro essere, l’autografo di Dio! Il racconto finisce dicendo che l’uomo andò via rattristato perché possedeva molti beni, tra le righe c’è quindi un altro aspetto dell’amore di Gesù: quello della libertà. Infatti, chi ama lascia libertà, promuove la libertà pur facendo un passo indietro per il bene dell’altro. Il Signore ci doni oggi questa capacità di amare che è la più autentica.