«Effatà!» – «Apriti!»
Ancora oggi la nostra esistenza, in cerca della felicità e della vita, è in attraversata dall’aridità del deserto, e, ancora oggi, pellegrina verso la speranza e la libertà. Il sordomuto del Vangelo ci richiama quell’uomosfigurato dal male, che spesso incontriamo sulle nostre strade, quell’uomo che è nostro compagno, nostro amico, quell’uomo che è anche dentro di noi, incapace di ascoltare, perché sordo, incapace di gridare al mondo l’amore di Dio, perché muto. Abbiamo bisogno tutti di percepire nuovamente il “sospiro di Dio”, il grido di Gesù: “Effatà!”, “Apriti!”, la parola da cui, all’inizio della Creazione, è sgorgata la vita. Abbiamo bisogno di ritrovare la grazia originaria e ritornare alle sorgenti della nostra pace. Abbiamo bisogno della parola di verità di Gesù che riapre gli orecchi del nostro cuore e scioglie il nodo della nostra lingua, per cantare la nostra fede e comunicare a tutti le meraviglie di Dio.